Turibio Mascagni: la storia di una famiglia e di un nome
La terrazza dove avvenne il fatto che riguardò la famiglia
del dott. Turibio Mascagni, di cui diremo più avanti, si apriva sulla campagna
pecciolese, con vista sulle colline delle Serre. Questo racconto ci dimostra come
nella vita essere al momento sbagliato, nel luogo sbagliato talvolta costi
molto caro!
Gli americani, il 10 luglio 1944, arrivavano da Montecchio
dopo essere passati da Fabbrica: qui si era combattuta la sanguinosa battaglia
del Gattero.
Sotto casa della famiglia Mascagni i tedeschi avevano creato
una officina per riporre i loro mezzi. I militari ricevevano il vitto in Italia
direttamente dalla Germania oppure requisivano quel poco di cibo che trovavano
nelle abitazioni della gente.
Il comandante di questa pattuglia tedesca, visto l’esito
della guerra, si preparava ad andar via da Peccioli per rientrare in Germania.
Domandò in prestito al nonno Romualdo Mascagni un paio di cavalli per liberare
un mezzo rimasto bloccato in campagna. I tedeschi presero in prestito dal nonno
un cavallo chiamato Ghigo e, dopo essersene serviti, lo liberarono in campagna,
nella zona del fiumiciattolo della Racosa.
All’ora di pranzo un vicino suonò il campanello perché aveva avvistato
Ghigo che girava libero proprio vicino fiume della Racosa.
Tutta la famiglia si riunì sulla terrazza in Via Carraia
rivolta verso le Serre e Romualdo con i figli Turibio e Fiorenzo (detto Renzo)
si sbracciavano e gridavano chiamando il cavallo Ghigo verso casa.
Una cannonata americana cadde in quel preciso istante nella
vigna dietro la casa di Romualdo, nell’attuale proprietà dei signori Cilotti.
Tutti quelli che stavano richiamando l’attenzione del cavallo furono
scaraventati dal boato della cannonata giù nell’orto.
Lo zio Turibio, ferito all’addome, morì sul colpo. Il nonno Romualdo
fu colpito da una scheggia più piccola. Ebbe uno pneumotorace e morì il giorno
dopo, a ridosso della Liberazione di Peccioli, avvenuta per mano degli
americani il 14 luglio 1944.
Il nonno Romualdo era un francescano del terzo ordine, devoto
a San Turibio di Mongroveio, un portoghese che divenne Santo protettore del
Perù. Da lui aveva tratto il nome per un figlio e ancora a lui e al fratello si
ispirò Fiorenzo per dare nome al bambino che è poi diventato il medico dott. Turibio
Mascagni. Le ultime volontà scritte di Romualdo furono che fosse seppellito con
saio e cilicio. In due persone accompagnarono la salma al cimitero con il
barroccio (da Garde si diceva – da Ildegarda e Colombo, i due custodi del camposanto).
In seguito a varie cannonate americane morirono diverse persone a Peccioli. Anche la casa di Garde fu colpita da queste cannonate alleate.
“Morti per cannoneggiamento” fu scritto sul cippo funerario di Romualdo e Turibio. Ghigo invece visse felice ancora per molti anni, in compagnia di Renzo!